8 artisti danno la loro interpretazione della Natività alla Cupola di Semifonte
Da qualche anno, si è creata la consuetudine di cogliere il periodo prima dell’inizio dell’inverno per lasciare che la cupola sia uno spazio condiviso, aperto a ospitare vari artisti accomunati da un unico tema: la natività.
Anche per l’edizione 2022 i linguaggi utilizzati saranno vari: dalla ceramica al disegno, passando per la realizzazione di bambole e gioielli.
L’esposizione sarà visitabile nei pomeriggi dei seguenti giorni:
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24-25-26 dicembre
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31 dicembre e 1 gennaio
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6-7-8 gennaio
A vision of glory di Andrea Bacconi
L’ispirazione iniziale è un’adorazione dei magi del Ghirlandaio visibile all’Ospedale degli Innocenti a Firenze, insieme a un putto del Verrocchio sul quale da poco è stata fatta un bella e approfondita mostra sempre nel nostro capoluogo di provincia. I riferimenti classici passano attraverso lo sguardo di Andrea Bacconi che nelle sue opere riporta lo spirito giocoso e un po’ dispettoso che si intravede in alcuni dei personaggi rappresentati da questi grandi del passato.
Bacconi, sperimenta con la cartapesta e attraverso il riuso creativo di carte e oggetti comuni, veste e caratterizza ogni personaggio in modo che diventi un pezzo unico. “Quest’opera è più umana che sacra. Una sorta di sacra famiglia dissacrata, qualcosa che mi rappresenta molto” – ci racconta Bacconi.
Predestinato di Franco Balducci
“Ho pensato a questo bambino che nasce avendo in destino la croce. In 33 anni fa grandi cose ma quello è il suo destino. Questo rende aggiunge anche alla Natività un’ombra di angoscia” ci racconta Franco Balducci.
Il messaggio del “Predestinato”, titolo dell’opera, è rappresentato in modo minimale e incisivo tramite gres lavorato con una texture ruvida e con una finitura che ricorda la ruggine, e il ferro. Il centro della composizione è il bambino, su cui pende un destino pesante, concretizzato proprio dall’ombra che si allunga su di lui.
Natività 2005 di Marco Bonechi
Bonechi usa la terracotta come mezzo per fare ricerca sulle proprie origini. Nell’opera Natività 2005 gli sguardi di entrambi i genitori sono molto espressivi e se negli occhi di Giuseppe e nella mano che si tiene al bastone si può immaginare apprensione, la stessa sensazione si può scorgere negli occhi di Maria.
Spatriati di Maria Laura De Tanti
Oro, argento, rame, madreperla, vetrodiffusione, zircone naturale e legno lavorato dal mare: questi sono i materiali scelti da Maria Laura De Tanti per la sua interpretazione della Natività.
Il centro della composizione sono i Re Magi – i pendenti ritratti in foto. Il titolo dell’opera è ispirato dall’omonimo romanzo di Desiati che quest’anno ha ivnto il Premio Strega: “Spatriati”.
In alcune interviste l’autore raccontava come in pugliese il significato della parola italiana viene ampliato, con accezioni che comprendono la disorientati, in cerca di identità: e quindi De Tanti ha voluto inserire nel titolo stesso e nella composizione dell’opera il senso di quello che ha individuato come il tema dell’oggi.
Natività di Romano Dini
Argilla dell’Impruneta e bronzo sono i materiali con cui Romano Dini realizza le sue opere con materiali della tradizione vivi e sensibili. Le opere allungate, mute eppure capaci di fissare con insistenza gli spettatori sono state al centro di un’esposizione di Vaticano in questo stesso anno.
Anche la cottura dei personaggi segue regole antiche: avviene nel forno a legna e dura da 6 ore fino a 3 giorni.
Natività di pietra di Andrea Grazzi
L’opera di Andrea Grazzi è incentrata sul dare maggiore rilievo alla grotta, rispetto alle figure della Natività, recupeerando l’atmosfera dei promi presepi della tradizione. Il supporto su cui sono state poste le statuine in ceramica è il vero protagonista: si tratta di pietra sedimentaria scoperta nelle vicinanze di Sant’Appiano e modellata dal tempo.
“Avrei potuto lavorare di più questa pietra, ma ho deciso che doveva essere la forma creata dalla Natura e dal tempo al centro del’opera” ci racconta Grazzi, che preferisce definirsi un “assemblatore”, più che un artista.
Il dono di Fabio Mazzieri
Professore all’Istituto d’arte Duccio di Buoninsegna di Siena per molti anni, Fabio Mazzei dà un’interpretazione composita della Natività: su un drappo colorato di blu che ricorda i segni della sindone, è presente una rappresentazione in stile michelangiolesco, e più in basso sono offerti in dono frutta e fiori freschi.
Le sacre famiglie di Donatella Mormile
Come si compone una Sacra Famiglia di oggi? Quante versioni di famiglia possono essere rappresentative di un nascita nella nostra società? Mormile interpreta il tema prendendo una posizione ben precisa rispetto ai diritti civili e una delle battaglie che nel nostro tempo, sembra più vicina e allo stesso così lontana a trovare una soluzione.
La mezzanotte del ciclo solare di Katia Bassi
La natività è tema amplissimo che può essere interpretato in modo religioso o meno classico. Una versione astronomica la fornisce anche Katia Bassi, la curatrice di questa esposizione: «A fine dicembre ricorre il solstizio d’inverno, ovvero “La mezzanotte del ciclo solare”, come recita il sottitolo dell’esposizione. Questo momento è alla base di molti miti, e viene celebrato come un rito di passaggio importante e trasversale a molte culture. Aprire la cupola ad artisti che possono darne la loro interpretazione è l’occasione per aprire un canale di confronto».
La sua opera è costituta da un palloncino che gira su se stesso senza che nulla lo tenga attaccato se non la fisica, mentre sotto, un ellisse di specchio ci ricorda la traiettoria che un nostro pianeta percorre nel corso dell’anno: un’opera simbolica, scientifica, eppure di grande poesia.
La mostra è a cura di Katia Bassi.